Il centenario dantesco (Avanti!)

Articolo pubblicato sull’Avanti! il 9/1/1921
Quest’anno ricorre il centenario di Dante. Secondo me, il miglior modo di celebrare l’autore della Divina Commedia sarebbe quello di mandare all’inferno tutti quelli che nel 1915 hanno scatenato l’inferno sulla terra, e adesso si godono il paradiso.
L’inferno, come tutti sanno, è diviso in cerchi concentrici, il cerchio centrale si chiama cerchio degli affari. In ogni cerchio sona scavate delle fosse, chiamate bolge o trincee.
Nelle trincee infernali sono punite eternamente le colpe degli uomini che gettarono il paese nel baratro. Nella prima linea c’è il vestibolo, dove si trovano gli ignavi: tutti imboscati, con una fascia di seta tricolore intorno al collo, che li strozza.
Nel limbo o primo cerchio ci sono gli eroi della scienza che non cedettero a Cristo: i maestri, i professori, gli scienziati che misero Caino nella scuola, e, invece di illuminare le menti, le oscuravano. Sono condannati a vagare nelle tenebre eterne, ragliando come gli asini.
Nel secondo cerchio si trovano i lussuriosi: le dame che ballavano il cancan nelle corsie degli ospedali militari. Adesso, per castigo, fanno la fila, coi piedi nel fango, esposte all’acqua e al vento, come le povere donne dei soldati durante la guerra.
Nel terzo cerchio ci sono i golosi, che facevano incetta di farina, di olio di lardo, di formaggio, ecc., per farne monopolio, rivenduti a molto maggior prezzo, ed anche per tenerseli per se. Qui soffrono la fame, e mostrano tutte le ossa per magrezza. Sono condannati a vivere con pochi fichi secchi, come i soldati delle trincee, ed a cantare, tra un fico e l’altro, gli inni nazionali.
Nel quarto cerchio si trovano i prodighi: i ministri e i sottosegretari che spendevano il denaro pubblico a paIate, per la stampa, per la propaganda, i comitati, le dimostrazioni patriottiche, ecc. Per castigo hanno le mani bucate.
Nel quinto cerchio ci sono gli iracondi. Qui si trova, tra gli altri, il generale Graziani. I dannati sono avvolti in un gran fumo di tabacco, acre, irritante, che toglie loro il respiro.
Nel sesto cerchio si trovano gli eresiarchi e gli increduli che recarono offesa alla schietta e vera dottrina di Cristo: Amatevi gli uni con gli altri. 
Sono tutti preti e cappellani che ungevano le ruote dei cannoni con l’olio santo. Adesso vanno carponi, facendosi quasi quadrupedi.
Nel settimo cerchio, diviso in tre gironi distinti, ci sono i violenti: Violenti contro il prossimo: i fascisti, condannati a percuotere con le punte dei loro pugnali un enorme masso di granito rosso. Violenti contro se stessi e dilapidatori delle proprie sostanze. Quì c’è D’Annunzio, immerso nel Lete, un fiume infernale, bevendo l’acqua del quale si dimentica ogni cosa, perfino la scadenza delle cambiali. Violenti contro la natura: i barbari che schiantavano gli alberi e distruggevano le messi. Qui vivono nel regno di sotterra, insieme alle talpe, calpestati dalla terra che hanno da vivi calpestata. Violenti contro dio: i preti che hanno messo un o davanti a dio. Violenti contro l’arte, gli artisti che sui giornali e sui muri dipingevano l’inferno della guerra come un paradiso.
Nell’ottavo cerchio, diviso in dieci trincee, ci sono i fraudolenti: la maggio parte bottegai, con le mani mozzate. I ruffiani,mezzani prezzolati che tenevan mano alle pratiche amorose fra i patrioti e le forniture.
Qui, fra gli altri, c’è la stampa. La disgraziata, che durante la guerra, reggeva il lume per illuminare la pubblica opinione, adesso vaga nella profonda notte, insieme ai membri della commissione d’inchiesta.
Gli adulatori che leccavano gli stivaloni dei generali. La maggior parte giornalisti. Per castigo, sono immersi in un mare d’inchiostro.
Le femmine lusinghiere, che si servivano della guerra per attirare i merli nel paretaio. Qui c’è la Massoneria, con la chioma irta di serpenti verdi, annodata con bende sanguinose.
I simoniaci, che trafficano le cose sacre: preti anche questi. Hanno il collo torto, in modo di non poter mai guardare in alto.
Gli impostori, spacciatori di menzogne: giornalisti, censori, conferenzieri, letterati, ecc. Sono immersi nella palude Acherontea piena di rettili.
I barattieri, che trafficavano i pubblici uffici: tutti commendatori, col nastro della decorazione che loro stringe la strozza.
Gli ipocriti, che simulavano di ardere di amor patrio a fine di ingannare la gente. Hanno gli arti congelati. 
I ladri: cotonieri, lanieri, zuccherieri, banchieri, conciatori, armatori, gommieri, aviatori, cartieri, ecc. Sono condannati a camminare sulla terra, una volta cosparsa di rose, ed ora di acutissime spese, calzando delle scarpe con una sottile suola di cartone.
I consiglieri fraudolenti: la maggior parte dei consiglieri della Corona.
Nel morto regno, imbrattati di sangue, vedemmo Salandra, Sonnino, Boselli, Orlando, Nitti, Barzilai, ecc.
La bolgia dei seminatori di scisma è vuota.
I falsatori che cambiavano il ferro in oro: siderurgici, metallurgici, meccanici, nazionalisti, ecc. Ora sono per castigo, nella fucina infernale.
Nell’ultimo cerchio, diviso in quattro scompartimenti concentrici, si trovano i traditori, che mel1915 vendettero la patria nelle ambasciate di Francia e d’Inghilterra. Sono immerse nel fiume Cocito, formato dalle lacrime delle madri. Qui vedemmo. Barrère, che gettava nella bocca di questi morti delle manciate di monete d’oro.
La bolgia dei seminatori di scismi, come abbiamo detto, è vuota. La riempiremo dopo il congresso di Livorno, gettandovi coloro che nell’ora del pericolo cercarono di fendere il Partito.
E tutti gli altri che tu vedi qui Seminator di scandalo e di scisma Fur vivi: e però son fessi così.
Divina Commedia - Canto XXVIII. 34 – 36 Con questa gettata i socialisti celebreranno il centenario di Dante.
Scalarini