L'uovo di cioccolata

La mamma aveva portato a casa una bella scatola, legata con un nastro
rosa. I suoi tre bambini corsero, le s’aggrapparono intorno: chi voleva
sapere cosa conteneva, e il come e il perché; chi voleva sapere
quanto costava; la buona donna rispondeva a tutti: lasciate che
mi svesta e poi vi farò vedere cosa c’è dentro. Quando aprì la scatola,
un grato profumo di cioccolata si diffuse tutt’intorno fra un coro
di esclamazioni: Ah! Oh! Uh!
La scatola, foderata di raso celeste, era piena di cioccolatini, messi
in fila, ed avvolti in carta d’oro e d’argento. I bambini stesero
le mani ed aprirono le tasche, aspettando che una valanga
di cioccolatini cadesse dalla scatola, e invece non ne toccò che
uno a testa.
Uno solo, - disse la mamma – perché la scatola l’ho comperata
per la festa del papà.
Daccene un altro, e poi basta.
Prendete ma, ma ricordatevi che fino a quel giorno la scatola
non si apre. Guai a voi se la toccherete! Non la nascondo, perché
mi fido di voi, e so che siete dei bravi bambini, che quando
la mamma vi proibisce di fare una cosa, non la fate.
Ad ogni modo li ho contati; se trovo che ne manca uno, uno solo,
vi metterò in castigo tuttin e tre, per non sbagliare.
Mamma, sta pur sicura che non li toccheremo. Però il giorno
del papà, ce ne darai un bel po’, nevvero?
Allora, ne mangerete fin che vorrete.
Brava! Daccene un altro e poi basta.
Ecco, ma badate che non ve ne do più.
La mamma mise la scatola sulla credenza, e i bambini se
ne andarono, leccandosi la bocca e le dita. La mamma, 
benché avesse, come abbiamo visto, una grande fiducia
nei suoi bambini, andava, tutte le mattine, a dare
un’occhiatina alla scatola. Non si sa mai!
Fidati era un brav’uomo; ma non – ti – fidare era più bravo
di lui. I cioccolatini erano sempe là, tutti in fila, come i soldati.
Ah che bravi ragazzi1
Ma una brutta mattina, trovò la scatola per terra, vuota!
Ah, che birbanti!
Quando i tre bambini tornarono da scuola, la mamma
aveva un viso scuro, scuro.
Chi è stato a rubare i cioccolatini?
Come? Hanno rubato i cioccolatini?
Andiamo, non fate lo gnorri: voi sapete meglio di me.
Ecco la scatola vuota. Chi è stato?
Mamma, ti giuriamo che noi non li abbiamo mangiati.
E allora chi è stato?
Noi no, certamente.
Andiamo, via! I cioccolatini non ci sono più; chi li può
aver presi, se non voialtri?
Mamma, ti giuriamo che noi non li abbiamo toccati.
E allora chi? Che sciocca che sono stata a non nascondere
la scatola!
La mamma li frugò in tutte le tasche, e sotto gli abiti, vuotò
le cartelle aprì i cassetti, buttò per aria i letti; ma non trovò
alcuna traccia dei cioccolatini; nemmeno un pezzetto
di carta in cui erano avvolti!
Il babbo, la mamma, e la nonna istruirono un processo:
il babbo fungeva da presidente del tribunale,la mamma
da pubblico ministero, e la nonna da avvocato difensore.
Sul banco degli accusati c’erano i tre bambini.
Risparmio ai lettori i lamenti, le condoglianze, le accuse,
le difese, e i “voi soli potete averli mangiati” e “noi non
li abbiamo mangiati”.
La mamma non volle sentire ragioni, e chiese che
i tre imputati venissero condannati ad un mese senza
frutta e senza cinematografo. La nonna disse poche parole i
n difesa dei bambini, sostenendo che non c’erano le prove
ch’erano stati loro a vuotare la scatola, e che, perciò
bisognava assolverli.
Il babbo si alzò per pronunciare la sentenza. Mentre diceva: -
Chi ha mangiato i cioccolatini? – si sentì in cucina
un furioso schiamazzare: - Coccodé! Coccodé! Coccodé!
Era la voce del colpevole.